Restare sdraiati a letto troppo a lungo può infatti causare alcuni problemi:
Ma esiste un’alternativa al cosiddetto ciclo di sonno monofasico? Ossia quello che prevede un riposo di otto ore ogni 16 di veglia? L’alternativa c’è, e la ricerca scientifica la sta approfondendo. Si chiama sonno polifasico, ossia il riposo spezzettato nel corso delle 24 ore. Anche se può sembrarci un modo di riposare poco naturale, il sonno polifasico è quello che caratterizza normalmente neonati e anziani. Nei bambini piccoli non c’è ancora il ritmo circadiano, regolato in fasi di 24 ore, quindi il sonno è spezzato. Negli anziani, invece, il ritmo si perde e si torna al modello polifasico. Il sonno polifasico è quello utilizzato dai navigatori in solitaria, che devono distribuire il tempo di veglia, o dai medici e gli infermieri quando lavorano per molte ore di fila. Il presupposto alla base dei benefici del sonno polifasico è che il vero riposo avviene nella fase Rem (quella in cui si sogna), che dura un paio di ore per notte. Esistono vari tipi di sonno polifasico.
Si tratta del ciclo polifasico più estremo: prevede sonnellini di mezz’ora ogni quattro ore
Più versatile dell’Ubermann, l’Everyman prevede pisolini di 20 minuti e un riposo più lungo, fino a quattro ore e mezza.
questo ciclo è il più soft ed è caratterizzato da una dormita notturna di 6 ore e un sonnellino di mezz’ora in pausa pranzo.
I sostenitori del sonno polifasico dicono che i risultati sono straordinari. Per non correre rischi, se per lavoro o per scelta non si riesce a riposare le canoniche otto ore, meglio provare con il sonno bifasico: 5 ore di notte e un paio d’ore dopo pranzo.
Ciò che più conta tuttavia, è migliorare la qualità del riposo. In questo ci vengono in aiuto il tipo di materasso e di cuscino su cui scegliamo di dormire ogni notte. Ecco alcuni prodotti consigliati per dormire in maniera ergonomica, con il massimo del comfort possibile.